An Open Letter to Our Overseas Duosiciliani Compatriots
Two Sicilies pride on display at the Feast of San Rocco in Little Italy, NYC |
Caserta, July 28, 2018
I have always maintained that the turning point for the freedom of the Two Sicilies would arrive from our compatriots overseas.
The idea struck me after having read “A Secret History of the IRA,” which recounts when Clinton invited Gerry Adams, president of Sinn Féin, the political branch of the IRA, to the States.
When Clinton called him to America to meet with the Irish communities of the USA to explain the reasons behind their cause, Adams was simultaneously in contact with Gaddafi to carry out guerrilla actions, thanks to the weapons supplied to his organization by Libya. However, he decided to accept the president’s invitation.
The meeting with Americans of Irish origins (and also thanks to the Irish Catholic Church) produced the change that became the turning point, which allowed the overcoming of the sad phase of guerrilla fighting in favor of one more befitting dialogue.
We Duosiciliani are brothers of the Irish, as are all peoples who shout their desire for independence and recognition of their identity.
However, what can we truly identify ourselves with them?
Michelina De Cesare
Oct. 28, 1841 — Aug. 30, 1868
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Certainly we Duosiciliani don’t even think of guerrilla action, we ceased resisting after the death of Michelina de Cesare. From that moment our fate was to emigrate.
Our sad story as emigrants tells us about the famous strand of yarn that the emigrant and his relatives held between them, one on the ship and the others on land, until the thread broke, just as the soul and heart of those who were forced to separate.
To retie the thread, reconnecting the two parts, is our dream, which is finally becoming reality.
Certainly it has been and is difficult, because it seems that only recently that knot is being retied, thanks to the will of our people overseas who wanted to research their true history. When I saw our compatriots marching, during the celebrations for Saint Rocco and other religious festivals in Little Italy, I understood that this was a great moment of happiness and awareness where, finally, even the Duosiciliani of America were showing themselves to be proud of their origins, backgrounds, and affiliations.
But we too, who have remained in our land, a hidden and undiscovered fatherland, denied but alive in our souls, we want to retie that thread in every way, each one as he can and knows how to do; I too (but I’m not the only one on either shore), by writing.
Protesting the Garibaldi Monument in Washington Square Park, NYC |
The idea for my next novel is centered on the figure of a young New York lawyer originally from Irpinia, who finds in an old family trunk a diary written by one of his ancestors, who having arrived from Avellino in the second half of the 19th century, where as a good former Bourbon soldier documented all of the things happening in the Two Sicilies.
This young man, in spite of himself, discovers what happened to his people, just as is happening to you my dear Duosiciliani brothers and sisters.
All of this comforts me because you could be our “Irish,” those who will make us turn towards a peaceful but incisive struggle, those who could be the engine of a definitive turning point towards our liberation.
We will return to reconnect that yarn on the day in which, all together, we are each prepared to meet with our American community, to recount what we were and what we can be, to appear again united on the bastions of Gaeta, all together, remembering the heroic gestures of our soldiers, and to finally be able to shout: "We have returned!”
Fiore Marro (L) with Pino Aprile at the 2017 Comitati Due Sicilie Conference in Gaeta |
Lettera aperta ai Compatrioti duosiciliani d’oltreoceano
Caserta 28 luglio 2018
The Giglio Feast of San Paolino di Nola in Williamsburg, Brooklyn |
Ho sempre ritenuto che la svolta per la libertà for Two Sicilies sarebbe potuta arrivare dai nostri Compatrioti d’oltreoceano.
L’idea mi balenò dopo avere letto il diario di “la storia segreta dell’IRA”, in cui si racconta di quando Clinton invitò Gerry Adams, presidente del Sinn Féin, braccio politico dell’IRA, negli States.
Quando Clinton lo chiamò in America per incontrare le comunità irlandesi degli USA per spiegare le loro ragioni, Adams era contemporaneamente, addirittura in contatto con Gheddafi, per commettere azioni di guerriglia, grazie alle armi fornite alla sua organizzazione dalla Libia, tuttavia decise di accettare la proposta del presidente.
L’incontro con gli americani di origini irlandesi produsse il cambiamento (anche grazie alla chiesa cattolica irlandese), quella diventò la svolta che permise il superamento della triste fase della guerriglia a favore di quella più consona del dialogo.
Noi duosiciliani siamo fratelli degli irlandesi, come di tutti i popoli che gridano il loro desiderio d’indipendenza e di riconoscimento identitario.
Tuttavia in cosa davvero possiamo identificarci in loro?
Flying the flag at the Feast of Santa Rosalia in Bensonhurst, Brooklyn |
La nostra triste storia di emigrati ci racconta di quel famoso filo di lana che l’emigrante e i parenti di questo tenevano tra loro, uno dalla nave e gli altri sul terreno, finché il filo non si spezzava, come si spezzava l’anima e il cuore di chi era costretto a dividersi.
The Feast of San Giuseppe, Newark, NJ |
Certo è stato e sarà difficile, perché solo da poco quel filo pare si stia riannodando, grazie alla volontà della nostra gente d’oltreoceano che ha voluto ricercare la propria vera storia. Quando ho visto i nostri compatrioti sfilare, durante la manifestazione per San Rocco e le altre feste religiose di Little Italy, con la bandiera gigliata delle Due Sicilie, ho capito che quello era un grande momento di felicità e di consapevolezza dove, finalmente, anche i duosiciliani d’America si mostravano orgogliosi delle loro estrazioni, provenienze, appartenenze.
Anche noi, però, rimasti nella nostra terra, patria nascosta e non dimenticata, negata ma viva nell’anima, anche noi vogliamo riannodare quel filo, in ogni modo, ognuno come può e sa fare; il sottoscritto (ma non sono il solo sia dall’una che dall’altra sponda), anche scrivendo.
Protesting the 150th Anniversary of Italian Unification outside the Consulate General of Italy in NYC |
L’idea del mio prossimo romanzo appunto è imperniato sulla figura di un giovane avvocato newyorkese, di origini irpine che ritrova in un vecchio baule di famiglia un diario scritto da un suo antenato, arrivato da Avellino a metà dell’800, dove da buon ex soldato borbonico costui annotava tutte le cose che stavano accadendo nelle Due Sicilie.
Questo nostro giovane scopre suo malgrado così quello che è capitato alla sua gente, così come sta accadendo a voi cari fratelli duosiciliani.
Tutto ciò mi conforta perché potreste essere voi i nostri “irlandesi,” quelli che ci faranno virare verso una lotta pacifica ma incisiva, quelli che potranno essere motore della svolta definitiva verso la nostra liberazione.
Torneremo a congiungere il filo quel giorno in cui, tutti insieme, disposto personalmente a incontrarmi con la nostra comunità americana, per raccontare di noi, di quel che eravamo e di ciò che potremo essere, per riapparire uniti sui bastioni di Gaeta, tutti assieme, ricordando il gesto eroico dei nostri soldati, per potere finalmente gridare: "Siamo tornati!”
* Fiore Marro is the President of the Comitati Due Sicilie
* Fiore Marro is the President of the Comitati Due Sicilie